Sono disponibili i risultati dei primi studi organizzati per le terapie per contrastare l’infezione da Coronavirus, ma non si intravede ancora una soluzione finale.
di Antonio Regalado
Dato che la nuova malattia respiratoria si è diffusa ampiamente a partire da gennaio, i medici – prima in Cina e poi negli Stati Uniti, in Italia e in Francia – si sono impegnati a sperimentare farmaci largamente disponibili che vengono utilizzati per altri scopi e sono abbastanza sicuri. Ora, a soli tre mesi dalla pandemia, i primi risultati medici di studi organizzati – studi strutturati per misurare se un farmaco effettivamente aiuta – stanno diventando pubblici.
Fino a oggi, ne contiamo tre, tutti farmaci con proprietà antivirali. I pazienti che finiscono in terapia intensiva sono disposti a sostenere qualsiasi terapia e la domanda di farmaci è destinata a salire alle stelle negli Stati Uniti. Non solo il numero di casi confermati supera ora i 35.000, ma questa settimana molti di più avvertiranno l’insorgenza di sintomi tipici come tosse, febbre e respiro affannoso.
Non esistono ancora medicinali approvati per il Covid-19, quindi la terapia principale per i casi gravi non sono i farmaci, ma l’ossigeno, i ventilatori che aiutano le persone a respirare e le cure di supporto. Alcuni pazienti assumono antibiotici standard.
Nel complesso, sono in corso decine di studi sui farmaci, che controllano i benefici di tutto, dalla vitamina C alla medicina tradizionale cinese. Un elenco di studi compilato da CellTrials.org, una società di consulenza, ha scoperto che i medici avevano registrato oltre 250 studi Covid-19, principalmente in Cina, e stavano cercando di reclutare 26.000 pazienti.
Potrebbe passare un altro mese prima che altri grandi e importanti studi, tra cui alcuni che coinvolgono il remdesivir antivirale sperimentale, realizzati dall’azienda americana Gilead, siano pronti a comunicare i loro risultati.
Di seguito forniamo un elenco dei farmaci finora di dominio pubblico.
Clorochina o idrossiclorochina
Il presidente Donald Trump ha elogiato il farmaco contro la malaria, dicendo che si tratta di una “straordinaria promessa” contro il Covid-19. “Penso che potrebbe rappresentare un punto di svolta”.
Il rapporto ufficiale: Idrossiclorichina e azitromicina come terapia del Covid-19. I risultati di un trial clinico aperto non randomizzato
I dati: All’inizio di marzo, i medici francesi dell’ IHU-Méditerranée Infection, a Marsiglia, in Francia, hanno trattato i pazienti con Covid-19 con idrossiclorochina, una versione del farmaco antimalarico conosciuto da 90 anni. Hanno provato a somministrare 200 milligrammi di idrossiclorochina tre volte al giorno, per 10 giorni, a 26 pazienti, e alcuni pazienti hanno anche preso l’antibiotico azitromicina.
Nel rapporto ufficiale, i pazienti sottoposti a questo trattamento hanno manifestato una presenza inferiore del virus nel loro sistema dopo sei giorni rispetto ad altri pazienti di altre strutture ospedaliere, che non avevano ricevuto la stessa terapia. Le conclusioni dello studio non hanno validità assoluta perché sono stati coinvolti pochi pazienti e lo studio non è stato progettato rigorosamente, anche se la clorochina è stata sperimentata anche in Cina, sembra con discreti risultati.
Quindi il farmaco funziona? Gli scienziati dicono che non ci sono prove sufficienti per dirlo. “I rapporti aneddotici possono essere veri, ma rimangono parziali”, ha dichiarato Anthony Fauci, capo dell’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive, durante un briefing alla Casa Bianca. “Non è stato fatto uno studio clinico controllato. Quindi non si può fare alcuna dichiarazione definitiva al riguardo”.
In assenza di altre opzioni, il Governatore Andrew Cuomo di New York ha dichiarato che il suo stato, ora epicentro globale del Covid-19, ha richiesto 70.000 dosi di idrossiclorochina e 750.000 dosi di clorochina, nonché azitromicina (chiamata anche Zithromax). “Il trial inizierà martedì”, ha detto Cuomo nel fine settimana. “Vi sono buone basi per credere che potrebbero funzionare. La FDA si sta muovendo”.
La clorochina ha delle controindicazioni, perché può influenzare il ritmo cardiaco. Nessuno dovrebbe prenderla senza prescrizione medica.
Favipiravir
Le notizie della scorsa settimana dicono che i funzionari cinesi hanno definito questo medicinale antivirale prodotto in Giappone un prodotto “chiaramente efficace”.
Il rapporto ufficiale: Favipiravir versus Arbidol per COVID-19: uno studio clinico randomizzato
I dati: Mentre il favipiravir, un antivirale prodotto da Toyama Chemical (del gruppo Fuji Film), ha generato titoli di gironali promettenti, il rapporto dei medici dell’Università cinese di Wuhan ridimensiona questi entusiasmi. Hanno organizzato uno studio su 240 pazienti “ordinari” (nel senso che avevano la polmonite, ma non erano i casi più gravi) nella provincia di Hubei. A una metà dei pazienti è stato somministrato favipiravir, all’altra umifenovir (o Arbidol), un antivirale usato in Russia, e si è atteso di vedere quale gruppo abbia mostrato segni di ripresa più accentuati.
I medici hanno scoperto che la febbre e la tosse dei pazienti scomparivano più velocemente con il favipiravir, ma un numero simile di persone in ciascun gruppo ha avuto bisogno di ossigeno o di un ventilatore. Sulla base di questi risultati, hanno concluso che il favipiravir è da preferire tra i due farmaci. Il favipiravir, noto con il nome commerciale di Avigan in Giappone, impedisce al virus di copiare il suo materiale genetico. È stato originariamente scoperto durante la ricerca di farmaci per il trattamento dell’influenza.
Lopinavir e ritonavir
Il farmaci appartiene al gruppo degli anti-HIV avanzati.
Il rapporto ufficiale: Un trial di Lopinavir–Ritonavir in adulti ospedalizzati con Covid-19 severo
Si tratta, finora, dello studio più ampio e organizzato delle terapie anti Covid-19, ma non ha riscontrato alcun beneficio. A gennaio, i medici cinesi hanno somministrato in modo casuale a 199 pazienti con polmonite sia il farmaco per l’HIV lopinavir sia il ritonavir due volte al giorno per due settimane o solamente per cure standard. Poi hanno verificato chi era migliorato o dimesso dall’ospedale.
Sfortunatamente, non è stato riscontrato alcun miglioramento. Quasi il 20 per cento dei pazienti è deceduto. Il team si chiede se la combinazione di farmaci, venduta negli Stati Uniti da AbbVie per curare l’infezione da HIV con il nome commerciale Kaletra, possa rivelarsi utile per i pazienti meno gravi.
In questo caso, il farmaco chiave è il lopinavir, un inibitore della proteasi, che in laboratorio e in test sugli animali ha dimostrato di avere effetti contro la sindrome respiratoria del MERS-CoV, un virus facente parte del genere Betacoronavirus, responsabile della Sindrome respiratoria mediorientale da Coronavirus. Il Ritonavir agisce per aumentare l’efficacia del primo farmaco.
(rp)