Dalle visualizzazioni è possibile vedere come i casi confermati fuori dalla Cina siano esplosi nelle ultime settimane quando il paese asiatico aveva messo sotto controllo i suoi focolai.
di Bobbie Johnson
Gli Stati Uniti hanno appena raggiunto un traguardo indesiderato nella pandemia di coronavirus: con oltre 85.000 diagnosi positive, ora hanno più casi confermati di Covid-19 rispetto a qualsiasi altro paese. Sebbene più persone siano morte a causa della malattia in altri paesi – l’Italia ha ora registrato oltre 8.000 vittime, rispetto ai 1.301 negli Stati Uniti – il terzo paese più grande del mondo è ora ufficialmente la fonte dell’epidemia più grande del mondo.
Vi sono continue discussioni su quanto siano accurati questi numeri, anche perché in tutto il mondo il numero di casi non rilevati varia in modo accentuato da nazione a nazione. Ma la realtà è che anche il numero di casi negli Stati Uniti potrebbe essere molto più alto di quanto riportato: il 6 marzo il vicepresidente Mike Pence ha annunciato che 3 milioni di test sarebbero stati disponibili “entro la prossima settimana”; il progetto di monitoraggio sul Covid di “The Atlantic” stima che fino a oggi siano stati effettivamente gestiti solo 540.000 test.
Qual è la situazione attuale?
La maggior parte dei grafici per monitorare la malattia finora ha mostrato la crescita in casi e decessi su scala lineare, che traccia i dati lungo un asse fisso ed è utile per vedere l’aumento grezzo dei casi, o logaritmico, che traccia i suoi dati su scala esponenziale, ed è utilizzato dagli epidemiologi per monitorare la velocità con cui crescono i focolai. (link del grafico 1) (Fonte: Johns Hopkins CCSE)
Il grafico, basato sugli stessi dati utilizzati da Johns Hopkins sulla sua homepage, mostra la crescita del numero di casi nel tempo in forma animata. E’ sufficiente cliccare sul link per vedere come la situazione si è evoluta fino al 26 marzo, il giorno in cui gli Stati Uniti hanno superato la Cina nei casi segnalati.
Ciò che appare chiaro è che le decine di migliaia di casi in Cina sono esplose nelle prime settimane della malattia, ma la serie negativa si è interrotta prima che venissero alla luce quasi tutti gli altri focolai significativi. La crescita esplosiva del numero di casi negli Stati Uniti, in Italia e in Spagna è avvenuta solo dopo che l’epidemia cinese si è stabilizzata. Cliccando sul link del grafico 2 è visibile il numero delle vittime. (Johns Hopkins CCSE)
Il gran numero di morti in Cina rallenta nuovamente prima che focolai altrove inizino a comparire. Il totale dell’Italia, che era inferiore a 100 il 3 marzo, è arrivato oggi a 8.215.
Fonti: JHU CCSE
Immagine: Casi di coronavirus confermati nel periodo dal 22 gennaio al 26 marzo
(rp)