I medici del Michigan affermano che l’anticorpo monoclonale che inibisce l’interleukina 6 potrebbe ridurre drasticamente le probabilità di decessi tra i pazienti sottoposti a ventilazione meccanica.
di Antonio Regalado
La malattia virale pandemica sta infettando milioni di persone e, per coloro che finiscono con un ventilatore in una terapia intensiva, le probabilità di non farcela sono alte. La percentuale di decessi infatti si colloca a oltre il 50 per cento. I medici dell’Università del Michigan hanno iniziato a controllare la reazione immunitaria che spinge alcuni pazienti on ccovid-19 all’interno di una spirale mortale. Per farlo, hanno somministrato a 78 pazienti sottoposti a ventilazione meccanica il farmaco tocilizumab, che blocca IL-6, una molecola nel corpo che scatena una reazione a un’infezione (Il farmaco è venduto da Roche con il nome commerciale Acterma.
In una prestampa della ricerca, i medici affermano che i pazienti che hanno ricevuto il farmaco hanno il 45 per cento in meno di probabilità di morire rispetto a chi non lo ha avuto. Ma c’è un grande punto interrogativo, in quanto i medici sapevano a quali pazienti era stato dato il farmaco e a quali no. Le loro scelte del gruppo curato con il farmaco avrebbero potuto essere distorte, privilegiando, per esempio, i pazienti con maggiori probabilità di migliorare comunque. Questa possibilità rende necessari ulteriori studi.
Alla fine di maggio, Roche ha dichiarato che avrebbe avviato una ricerca per combinare il suo bloccante IL-6 con remdesivir, un farmaco antivirale con benefici modesti che ha ottenuto l’approvazione di emergenza negli Stati Uniti per la terapia del covid-19. Il farmaco ha lo scopo di bloccare la replicazione del virus. Combinando i due farmaci, i medici potrebbero disporre di un cocktail in grado di ridurre il tasso di mortalità del virus, un passo in avanti che aiuterebbe a riportarci sulla strada della normalità.
Immagine: Dipartimento della Difesa statunitense
(rp)
