Sappiamo ancora troppo poco sulla relazione tra le variazioni globali dell’uso del suolo in risposta all’aumento della popolazione umana e le origini o la diffusione di nuove malattie come la Covid-19.
di Lisa Ovi
La maggior parte dei nuovi virus e altri agenti patogeni che si presentano nell’uomo vengono trasmessi da altri animali, come nel caso del virus che ha causato Covid-19. Ricercatori della University of Exeter hanno studiato l’impatto di cambiamenti nell’uso del suolo, come la deforestazione e l’urbanizzazione, sul passaggio di malattie dai mammiferi all’uomo. La ricerca è stata pubblicata da Mammal Review.
I cambiamenti climatici hanno un forte impatto sul suolo; inoltre, variazioni nell’uso del territorio e del suolo possono accelerare oppure rallentare tali cambiamenti. Ora, nuove ricerche indicano la possibilità che estinzioni e disboscamenti possano partecipare alla nascita e diffusione di nuove malattie tra gli esseri umani.
Secondo il più recente studio, gli esperti hanno individuato uno dei fattori chiave di questa trasmissione: i cambiamenti nell’uso del suolo come la deforestazione, l’urbanizzazione e la conversione all’agricoltura. I ricercatori si sono concentrati sull’effetto di queste variazioni nell’uso del suolo sul comportamento degli animali, inclusi roditori, bestiame e altri mammiferi e il conseguente rischio di diffusione di malattie nell’uomo principalmente nel contesto dell’urbanizzazione.
Circa il 75% dei nuovi elementi patogeni umani, come i virus, viene trasmesso dagli animali all’uomo. Questi includono le malattie infettive emergenti (EID), malattie recentemente riconosciute o di ritorno e dalla veloce diffusione, come covid-19. Per quanto importante sia identificare la fonte di una epidemia e i fattori che consentono a queste EID di diffondersi, molti metodi utilizzati per raccogliere i dati necessari sono ancora in fase di sviluppo. In particolare, mentre aree come il Sud America e l’Asia sono state studiate a fondo, con dati raccolti anche sugli effetti dell’urbanizzazione, ampie aree del mondo, compreso il continente africano, sono meno studiate.
Serve la possibilità di raccogliere dati con un livello di sorveglianza affidabile e un’approfondimento di come le malattie zoonotiche possano diffondersi nell’uomo. Lo studio rivela, infatti, che queste informazioni non sono ancora disponibili per tutti gli ospiti e agenti patogeni.
Lo studio mette in evidenza importanti lacune nella nostra comprensione di come il cambiamento nell’uso del suolo influisca sulla trasmissione delle malattie dai mammiferi agli esseri umani e l’impatto di utilizzi come l’agricoltura nella trasmissione tra mammiferi selvatici e bestiame. Nel loro studio, i ricercatori chiedono che vengano condotti studi più approfonditi in tutto il mondo, non solo per migliorare la nostra comprensione di come si diffondono queste malattie, ma anche per aiutare i politici a identificare quali fattori alterano il rischio di di nuove pandemie.
(lo)