Un sondaggio internazionale condotto tra i membri del Global Consortium on Climate and Health Education (GCCHE) ha rilevato che la maggior parte di loro offre opportunità di apprendimento correlate all’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute, ma non senza aver incontrato difficoltà.
di Lisa Ovi
Il Global Consortium on Climate and Health Education (GCCHE) raccoglie scuole e programmi per professioni sanitarie, compresi medici, infermieri e sanità pubblica. Ricercatori della Columbia University hanno pubblicato sulla rivista JAMA Network Open i risultati di un sondaggio sullo stato dell’educazione in campo di salute-clima a livello internazionale.
Secondo il sondaggio, esisterebbe un’ampia gamma di proposte educative sulla relazione tra salute e clima, tra cui sessioni, corsi, programmi o posizioni post-dottorato. Alcune scuole offrono proposte educative sulla salute climatica da diversi anni, altre stanno aggiungendo solo ora l’argomento nel proprio curriculum, mente altre ancora non trattano l’argomento. Nonostante molte scuole stiano discutendo la possibilità di aggiungere offerte educative sulla relazione tra la salute e il clima, esistono ancora notevoli lacune nelle proposte di molte istituzioni e sfide che si estendono oltre il livello istituzionale, come priorità politiche e finanziarie che possono portare alla mancanza di tempo e materiali necessari al personale per sostenere la formazione.
Condotto tra il 2017 e il 2018, hanno aderito al sondaggio 84 istituti per le professioni sanitarie a livello internazionale. Tra gli intervistati, il 63% offre un percorso educativo su salute e clima, più comunemente come parte di un corso di base obbligatorio (76%). Sessantuno degli 82 intervistati (74%) hanno riferito di avere in preparazione nuove proposte sull’argomento salute e clima, 42 su 59 (71%) hanno inocntrato difficoltà nel tentativo di istituire il curriculum e la maggior parte ha ricevuto una risposta positiva all’aggiunta dei nuovi contenuti, soprattutto da parte di studenti (39 su 58, pari al 67%), seguiti da facoltà (35 su 58, pari al 60%) e amministrazione (23 su 58, pari al 40%).
Gli autori dell’articolo, Brittany Shea, MA, Kim Knowlton, DrPH e Jeffrey Shaman, dottorando, descrivono opportunità per facilitare l’integrazione dei curricula clima-salute, come lavorare direttamente con studenti, docenti e membri dell’amministrazione interessati a questo argomento. Al fine di facilitare questa integrazione, le istituzioni possono cercare risorse, gruppi e reti online per fornire assistenza e informazioni allo sviluppo dei programmi. Il GCCHE stesso mette a disposizione un archivio di risorse online.
Così come negli ultimi vent’anni le scienze della salute sono state trasformate dalla genomica, il mondo scientifico sta ora proponendo una nuova rivoluzione basata sul concetto di esposoma, una mappa degli effetti interattivi sulla nostra salute non solo di fattori ambientali quali sostanze chimiche presenti nell’aria, nell’acqua e nel cibo, ma anche di fattori sociali e personali come la risposta individuale del nostro corpo all’ambiente in cui è immerso. In questi mesi, per esempio, ricercatori italiani hanno analizzato i dati di Lombardia e Emilia Romagna e confermato una possibile correlazione tra livelli d’inquinamento e mortalità da Covid-19.
Numerose ricerche documentano ormai i possibili effetti dei cambiamenti climatici sul sistema immunitario delle generazioni future, gravidanza, capacità cognitive di bambini e anziani.
Non a caso, l’obiettivo del Green Deal europeo di portare il l’EU alle emissioni zero entro il 2050 elenca anche i rischi per la salute tra i motivi del cambiamento. Emancipare la società umana dai combustibili fossili potrebbe salvare milioni di vite.
Il gruppo di studiosi della Columbia University caldeggia l’inserimento di questi contenuti nei curriculum delle scuole dedicate alle professioni sanitarie, nonché un rafforzamento del supporto finanziario, delle risorse e delle competenze necessarie a favorirne la diffusione. I cambiamenti climatici influenzano la salute in molti modi, con conseguenze sempre più evidenti. Gli operatori sanitari, compresi quelli che si occupano di sanità pubblica, assistenza infermieristica e servizi medici, dovrebbero essere istruiti su come prevenire, mitigare e rispondere ai fattori associati ai cambiamenti climatici capaci di avere un impatto negativo sulla salute.
(lo)