Le nuove prospettive della cura.
di OpenZone
Inizia citando Robbie, racconto di Isaac Asimov del 1940, il viaggio appassionato di Maria Chiara Carrozza nella robotica e nella salute 4.0.
Robbie è il robot compagno di giochi di Gloria, una bambina di otto anni, ed è il primo esempio di robot collaborativo.
Nella vita reale, con la quarta rivoluzione industriale i robot sono usciti dalle fabbriche e hanno iniziato ad ‘abitare’ altri spazi, dedicandosi a compiti ‘di servizio’. A differenza di quella industriale, la robotica di servizio non è finalizzata all’automazione di un particolare compito, bensì ad estendere e migliorare le capacità umane, anche in condizioni ambientali estreme.
L’ingresso progressivo dei robot negli ospedali, in sala operatoria o nelle corsie per somministrare i pasti o le terapie ai pazienti, negli ambienti sottomarini o nelle operazioni di recupero e salvataggio in caso di disastri ambientali, ha provocato un sostanziale progresso nell’accettazione dei robot da parte delle persone.
Si è assistito a una progressiva socializzazione della robotica, che ha portato un primo impatto visibile sulla vita delle persone.
L’ultima tappa di questa evoluzione si è compiuta con la ‘consumer robotics’, ossia con l’ingresso dei robot nelle case, al servizio di ‘consumatori’ e pazienti, non più di operai specializzati.
La robotica sociale sarà il nostro futuro, e la combinazione di robotica e intelligenza artificiale ci porterà alla Sanità 4.0. Dalla robotica chirurgica all’implementazione di interfacce digitali per la relazione con il paziente, dalla telemedicina all’utilizzo di dati per rivoluzionare i sistemi di diagnosi e di cura, dal virtual nursing e digital coaching per le patologie croniche alle Digital Therapies.
La nostra sanità sarà pronta ad accogliere queste nuove tecnologie per sfruttarne appieno tutti i benefici? Sì, se ingenti investimenti saranno accompagnati da puntuali progressi sul fronte regolatorio, se la normativa sarà in grado di sostenere questo importante passaggio.
“Nel campo della salute dobbiamo avere il coraggio di usare le nuove tecnologie per tempo, perché sono l’unico strumento che ci consentirà di affrontare con serenità le sfide davanti a noi”. Conclude così il suo talk Maria Chiara Carrozza, professore di Bioingegneria Industriale alla Scuola Superiore Sant’Anna, di cui in passato è stata Rettore, e Direttore Scientifico della Fondazione Don Gnocchi.
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(lo)