Poco meno di due anni fa, Jamie Dimon, il CEO of JPMorgan Chase, aveva definito Bitcoin una “frode”. Oggi, la sua banca ha annunciato piani per testare nel mondo reale la sua criptovaluta, il “JPM Coin”.
di Mike Orcutt
Un Bitcoin per le banche? Non esattamente. Secondo quanto descritto all’interno di un post FAQ sul suo sito, la banca intende utilizzare questa nuova moneta per gestire i pagamenti fra grandi istituzioni con un valore pari a 1:1 dollari americani.
JPMorgan gestisce per i suoi clienti in tutto il mondo oltre $6 trilioni al giorno. Nei test fissati per i prossimi mesi, la multinazionale gestirà una piccola frazione di questi pagamenti attraverso una blockchain sviluppata internamente.
Permessi, prego: Un’altra caratteristica distintiva del JPM Coin è che opera esclusivamente all’interno della blockchain privata della banca, denominata Quorum. I computer che convalidano le nuove transazioni (operazione che, nel caso di Bitcoin, viene svolta dai “minatori”) devono disporre di un’autorizzazione speciale per far parte della rete.
Secondo le informazioni divulgate finora, il JPM Coin verrà “successivamente esteso ad altre piattaforme e potrà operare su tutte le reti blockchain comuni”.
Un nuovo passo in avanti? È ancora presto per speculare sul futuro delle criptovalute e della tecnologia blockchain. Nonostante il potenziale rivoluzionario, il progetto ufficializzato da JPMorgan è ancora un prototipo nelle sue prime fasi di collaudo. Conviene aspettare e vedere come si comporterà nel mondo reale (vedi anche “Will people ditch cash for cryptocurrency? Japan is about to find out”).